Stabilire le potenzialità delle keywords del progetto SEO

Stabilire le potenzialità delle keyword del progetto SEO

A questo punto del progetto SEO abbiamo:

  1. incontrato il cliente e capito che tipo di servizi/prodotti offre
  2. ricavato una lista “esplosa” di keyword, grazie alla lista iniziale stilata con il cliente e ai tools appositi
  3. eliminato tutte le keywords non strettamente a tema con il suo business


Ed ecco che finalmente siamo in possesso di un elenco “pulito” di keyword. Ma cosa ci facciamo con questo elenco filtrato?
Dobbiamo capire quali parole chiave sono più redditizie, ovvero caratterizzate da un buon ritorno dell’investimento (ROI), andando ad analizzare il loro Key Performance Indicators (o KPI).

Misurare le performance delle keyword

Le performance possono essere misurate valutando:

  • i volumi di ricerca della keyword (quante volta viene effettuata quella determinata ricerca)
  • il numero di conversioni generate (quanti potenziali clienti diventano effettivi clienti grazie a una ricerca)

I misuratori di performance possono essere tanti, ad esempio, si può considerare performante una keyword che genera buoni tempi di permanenza sul sito web con basse frequenze di rimbalzo (dipende soprattutto dagli obiettivi che si vogliono raggiungere).

Ma tornando ai nostri 2 misuratori principali, determinare le parole chiave che generano il maggior numero di conversioni rappresenta il successo di una campagna SEO.

Capire quali keyword sono redditizie

Per capire quali solo le parole chiave più redditizie si rivela necessario attivare, ad esempio, una campagna su Google Adwords, ottimizzata per le conversioni.

Tutto questo quindi si tradurrà in continui test su annunci e landing page (pagina di atterraggio). Entrambi gli elementi devono essere ottimizzati nel miglior modo possibile e, renderli tali, richiede un costo elevato in termini di ore di lavoro e budget su Google Adwords.

Quando il budget del cliente non è elevato, è possibile seguire l’altra strada: individuare keyword con elevati volumi di ricerca.

Il nostro obiettivo adesso è vedere quante volte viene ricercata ciascuna parole chiave presente nel nostro elenco “filtrato”.

Un modo è quello di attivare una campagna su Google Adwords e contare le impression (ricerche degli utenti).

Conviene realizzare una campagna solo per contare le impression? Sicuramente no. Con la realizzazione di una campagna, oltre che per fare analisi SEO, si tenta anche di generare conversioni.

In questo modo prenderemo due piccioni con una fava!

Questa scelta comporta la realizzazione di una campagna ottimizzata.

Come gestire una campagna di Adwords

  1. Si realizzano più gruppi di annunci (piccoli e mirati).
  2. Si inseriscono le keyword in target nei vari gruppi creati (utilizzando per ciascuna la corrispondenza “a frase”, [esatta] e generica).
  3. Si creano un paio di annunci per ciascun gruppo, usando le keywords selezionate nel testo dell’annuncio.
  4. Si cura la pertinenza tra parole chiave, annunci e pagina di destinazione (questo influirà il quality score e di riflesso riduce i costi).

Nello scorso articolo avevo detto che sarebbe stato importante segnarsi tutti i termini non pertinenti, ovvero le keyword palesemente non pertinenti e quelle “nascoste”. Questa lista di keyword “a corrispondenza inversa” la inseriremo quindi nella campagna Adwords per evitare perdite di budget.

Ora non ci resta che attivare la campagna e verificarne i risultati. Per quanto tempo? Non esiste un periodo ottimale valido per ogni business. In generale possiamo dire che la campagna deve essere attiva almeno un paio di mesi per raccogliere dati attendibili su cui ragionare.

Che dati potremo raccogliere?

  • impression: un’indicazione della popolarità delle parole chiave (1 impression = 1 ricerca)
  • click: grazie ai quali capiamo le keyword con maggiore potenziale guadagno
  • conversioni: il numero di clienti passati da potenziali a effettivi

 

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